È sempre più evidente quanto il problema del costo dell’energia sia l’elemento di maggiore preoccupazione per le imprese e per le famiglie che si vedono recapitare bollette con costi sempre crescenti.

Un tema su cui CNA sta vigilando con molta attenzione e su cui è intervenuto il Presidente regionale della Confederazione Paolo Cavini: “Il rischio è quello di un problema sociale enorme, dovuto alla complessità e alle molteplici cause che concorrono ad amplificare i disagi che si sovrappongono l’uno con l’altro: un’economia a lungo condizionata dall’emergenza sanitaria, la crisi delle materie prime ed il rincaro dei prezzi, le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina, la crisi energetica e l’aumento esponenziale dei costi, l’inflazione che sale e la BCE aumenta conseguentemente i tassi di interesse. Una tempesta perfetta che può portare a chiudere un altissimo numero di imprese e di mettere in crisi i nostri sistemi economici”.

Una ulteriore e netta conferma arriva da una indagine condotta da CNA presso le imprese associate ed evidenzia l’impatto di questi rincari sui conti delle aziende: nei primi 8 mesi del 2022 i costi energetici sostenuti dalle imprese sono in molti casi triplicati rispetto allo stesso intervallo temporale del 2021. Una situazione su cui è fondamentale intervenire velocemente.

“Ci sono interventi – spiega Cavini – che avranno impatti rilevanti soltanto sul lungo termine, come la scelta strategica sugli approvvigionamenti e la scelta di fornitori affidabili con cui stipulare accordi duraturi che possano compensare senza conseguenze per imprese e famiglie la rinuncia all’energia proveniente dalla Russia. Ciò che riteniamo di assoluta priorità in questa delicata fase è operare con grande rapidità su misure che possano avere ricadute molto concrete nel breve e nel brevissimo periodo. I prossimi mesi saranno decisivi per la sopravvivenza di molte imprese e, di conseguenza, per la salvaguardia dei posti di lavoro e del benessere delle nostre comunità”.

“Secondo la nostra indagine – continua Cavini – si tratta un problema che non riguarda soltanto le imprese energivore ma coinvolge moltissime imprese artigiane che arrivano a dover convivere con punte di incidenza dei costi energetici superiori al 40% dei costi complessivi di produzione. L’impatto di questa situazione in assenza di adeguati interventi di sostegno da parte della politica su ogni livello istituzionale, è potenzialmente devastante. Il tavolo di crisi permanente attivato dalla Regione sull’impatto dei costi dell’energia sul sistema delle imprese e del lavoro è, in questo senso, prezioso e auspichiamo risultati concreti. Abbiamo da subito sostenuto questa scelta, pur nella consapevolezza che le decisioni strategiche e di maggior peso passano per ovvie ragioni sui tavoli del Governo nazionale e della Commissione europea”.

 

LA PROPOSTE DI CNA EMILIA-ROMAGNA

“Alla fine del 2021 – ricorda il Presidente Cavini – il nostro centro studi aveva rilevato che le piccole aziende a rischio chiusura a causa del caro-energia erano oltre il 6%. Mentre oltre il 10% dichiarava che avrebbe dovuto ridurre l’attività. Oggi, con la sostanziale duplicazione dell’impatto energetico sui costi aziendali stimiamo un raddoppio di quelle percentuali, con oltre il 13% di imprese non più nelle condizioni di proseguire l’attività e oltre il 21% costretta a ridurre l’attività e conseguentemente anche l’occupazione. Ecco perché insisto sulla necessità di individuare misure immediate che garantiscano effetti concreti nel breve termine. Oggi dobbiamo saper rassicurare e offrire una prospettiva ai nostri artigiani e piccoli imprenditori, proprio come abbiamo saputo fare con l’emergenza sanitaria. Artigiani, imprese, professionisti devono poter continuare a guardare al domani con fiducia”.

Tra le proposte che CNA ha avanzato vi è la richiesta di intervenire sui mutui con una moratoria nello stesso modo con cui si era agito per la crisi legata al Covid, una misura fondamentale per alleggerire imprese e famiglie delle conseguenze dei costi energetici e dell’inflazione.

Altrettanto importante la proposta di una rateizzazione “molto spinta” sul pagamento delle bollette da poter spalmare in 5-10 anni, così come la richiesta di mantenere e rafforzare al 50% i crediti di imposta sui maggiori costi di elettricità e gas.

Due proposte che guardano al medesimo obiettivo: lasciare alle imprese la liquidità necessaria per la loro sopravvivenza nell’immediato, nella fase più acuta di questa emergenza, in attesa di misure strutturali urgenti.

Altra proposta ritenuta fondamentale per la Confederazione è il sostegno all’autoproduzione con l’introduzione credito di imposta per installazione di impianti da fonte rinnovabile e la sburocratizzazione rapida per gli impianti fotovoltaici sotto ai 200 kW.

Conclude Cavini: “Ci troviamo, ancora una volta, in una situazione emergenziale e chiediamo con forza misure straordinarie per superare questa nuova insidia sociale. Lo ripeto: occorre velocità e servono azioni concrete. Un esempio: ci sono 125.000 capannoni artigiani già pronti ad essere coperti con i pannelli senza arrecare alcun impatto ambientale, cosa stiamo aspettando? La situazione è così grave che va affrontata certamente con la politica, ma non solo: dobbiamo sentirci tutti coinvolti e tutti possiamo fare la nostra parte. Noi ci siamo, tutta la comunità di artigiani e di piccole imprese è pronta. Ci possiamo salvare soltanto insieme: CNA non vuole che nessuno sia lasciato indietro”.