Sono decine di migliaia nel Paese, soltanto in regione sono 36.500 occupati in 9.200 imprese, le lavoratrici e i lavoratori attualmente sospesi dal lavoro a causa della crisi provocata dalla pandemia che non ricevono quanto dovuto. Pur in presenza degli accordi sottoscritti tra le parti sociali e l’attivazione dell’ammortizzatore sociale (FSBA), la mancata copertura finanziaria da parte del governo impedisce ai lavoratori coinvolti di avere il riconoscimento del proprio reddito e della contestuale posizione contributiva.

La situazione sta diventando insostenibile e ritardi del governo nella promulgazione dei decreti necessari a garantire la copertura finanziaria degli ammortizzatori sociali sono incomprensibili ed inaccettabili. L’artigianato, motore del manifatturiero dell’Emilia-Romagna e del Paese, continua ad essere messo ai margini del sistema produttivo ed economico.

Se da una parte la pandemia ha palesato le criticità del sistema di ammortizzatori sociali per cui è inderogabile l’avvio di un confronto finalizzato ad individuare una soluzione strutturale in grado di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e la tutela del reddito dei lavoratori coinvolti nelle crisi che di volta in volta si determinano, dall’altra impone la scelta di destinare le risorse necessarie per rispondere al contingente: il contingente significa garantire il reddito di chi lavora.

E’ evidente che non c’è più tempo: pena il rischio concreto del collasso del sistema produttivo dell’intero comparto e la crescita di tensioni sociali i cui effetti non possono essere prevedibili.

Cgil Emilia Romagna
Cisl Emilia Romagna
Uil Emilia Romagna
Cna Emilia Romagna
Confartigianato Emilia Romagna

Bologna, 11 maggio 2021

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