Relativamente ai riparatori di Bici bisogna valutare tutti gli aspetti:
- In primis il loro codice Ateco 95.29.02 non è incluso nell’elenco aggiornato del Mise
- Tra le faq del governo ad una domanda specifica sulla riparazione, incluse le bici, la risposta del governo è: “la manutenzione degli autoveicoli e motocicli (officine, meccaniche, carrozzerie, riparazione e sostituzione pneumatici) possono continuare a svolgere la loro attività….” Inoltre, alla domanda: posso usare la bici per gli spostamenti? La risposta è SI
- E’ evidente che ci sono dei territori dove la bicicletta è utilizzata per gli spostamenti più della macchina (per andare a lavoro, per andare dal medico, per andare a fare la spesa…anche se in questo caso vista la raccomandazione di andare una volta a settimana la vedo dura). In ogni caso la bici, in alcuni contesti, è a tutti gli effetti un mezzo che garantisce la mobilità.
- Anche le attività che non sono presenti nell’elenco del Mise possono, qualora siano funzionali ai settori consentiti, attraverso l’autorizzazione del Prefetto, continuare a lavorare.
Nel caso dei riparatori di biciclette, sarà sicuramente difficile dimostrare di essere funzionali alle filiere in attività, ma è plausibile, visto l’utilizzo intensivo del mezzo in alcuni territori, comprendere che molte delle persone che lavorano per garantire i servizi essenziali alla popolazione possano usare la bici. In tal senso la riparazione potrebbe rappresentare un servizio di pubblica utilità e non è escluso che il Prefetto possa autorizzarne l’attività.
Senza l’autorizzazione del Prefetto, con buona pace di ANCMA, il rischio di essere sanzionati è molto alto e questo va spiegato alla imprese.
Fonte: CNA Nazionale