Indagine di CNA Emilia Romagna sulle imprese della regione su un campione di riferimento di circa cinquemila imprenditori intervistati.

Ricavi a picco nel 2020 con il 61,2% delle imprese emiliano-romagnole che sono state costrette a sospendere l’attività a causa delle misure imposte dal Governo e dalla Regione per il contenimento dell’emergenza. Sette imprese su dieci hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, forti criticità per l’accesso al credito. Sono i principali risultati della rilevazione effettuata dalla CNA su un campione di circa cinquemila imprese per fotografare una crisi senza precedenti.

Per l’anno in corso sei imprese su dieci stimano un crollo del fatturato superiore al 40% rispetto al 2019. Soltanto il 3,5% degli interpellati afferma di attendersi un fatturato in linea (2,6%) o in crescita (0,9%) rispetto l’anno precedente.

L’indagine effettuata dalla CNA indica il giudizio delle imprese su come è stata affrontata la prima fase dell’emergenza e gli orientamenti con il parziale allentamento delle restrizioni.

Voti negativi sui provvedimenti finora varati dal Governo a favore dell’economia. In particolare, sul tema del credito e liquidità il 65,6% esprime un giudizio molto negativo contro il 17,7% delle risposte positive. Il 94,3% delle imprese che hanno presentato domanda per il credito è ancora in attesa di una risposta.

Soltanto per la moratoria sui finanziamenti e per gli ammortizzatori sociali il del campione ha espresso apprezzamento per le misure realizzate (raccogliendo, rispettivamente, apprezzamenti per il 35,3% e il 32,8% degli intervistati).
Un’impresa su due ha fatto ricorso alla sospensione dei versamenti fiscali e contributivi e solo il 50% delle imprese che hanno presentato domanda per la moratoria sui finanziamenti ha ricevuto risposta positiva.

La paralisi del sistema economico ha fatto esplodere il ricorso agli ammortizzatori sociali che ha riguardato il 73,3% delle imprese con dipendenti (il 51,2% per sospensione a zero ore). Il maggiore utilizzo si registra nella produzione (81,9%), servizi alla persona (80,1%), legno e arredo (78,5%).

Le nuove disposizioni per la sicurezza sul lavoro secondo il 51% degli imprenditori porteranno ad un rallentamento e ad una riduzione dell’attività, mentre il 31,5% prevede un aumento dei costi per assicurare le misure di sicurezza. Tuttavia, soltanto il 12% delle imprese indica la necessità di ripartire immediatamente anche a costo di una nuova ondata di contagi. Quasi la metà degli imprenditori è favorevole a una ripartenza graduale sulla base di una programmazione ben definita e comunicata in anticipo e in modo chiaro.

“Tra gli imprenditori – commenta il Direttore di CNA Emilia Romagna Fabio Bezziaccanto al comprensibile pessimismo sulle prospettive, emerge un forte senso di responsabilità e una visione chiara sul rilancio. Tra gli investimenti prioritari la sicurezza è indicata dal 76% del campione e supera l’80% nel segmento servizi alla persona: un’ulteriore conferma di quanto sia urgente protocollo nazionale che permetta al settore benessere di ripartire, in totale sicurezza”.

“Il messaggio che viene messo in risalto dalla nostra indagine è molto chiaro: troppe norme, gravi ritardi nelle risposte alle richieste di moratoria, troppe complicazioni per ottenere il credito fino a 25mila euro e requisiti molto complicati per accedere alla sospensione dei versamenti fiscali e contributivi: non si risponde così ai bisogni degli imprenditori conclude il Presidente di CNA Emilia Romagna Dario Costantini.

Scarica l’indagine completa: EMERGENZA COVID-19 Le Micro e Piccole Imprese verso la fase 2