Breve intervista alla Portavoce di CNA Emilia Romagna per il settore estetica, Simonetta Ranucci:

Simonetta, abbiamo constatato che la formazione è una leva fondamentale oggi, anche per la ripartenza delle imprese, e le necessità sono molte in questo campo. Qual è la tua opinione in merito?

Da ormai troppo tempo, ogni giorno mi trovo a lavorare trovandomi di fronte a persone che mi pongono domande e si aspettano risposte legate ad una preparazione competente che necessita di una continua ricerca di serie informazioni inerenti alla crescita professionale.

Il mio lavoro di formatrice scolastica in ambito dell’estetica mi porta ogni giorno a rendermi conto di quanto sia necessario riportare un riequilibrio su argomenti che hanno sì bisogno di basi, ma ora più che mai devono essere adeguati al cambiamento che ci sta coinvolgendo.

Questo momento storico ci ha portato a fare delle vere e profonde riletture delle nostre verità.

In particolare per il tuo mestiere di estetista, ci puoi delineare un quadro?

Il lavoro dell’estetista è passato dall’essere una attività a basso rischio a trasformarsi in una funzione ad alto rischio.

Questa consapevolezza ci deve far molto riflettere, perché tutte le colleghe devono considerare il loro lavoro con un’ottica diversa, un’ottica che deve far capire quanto sia determinante ed importante avere una chiara visione approfondita della propria professione.

Per chi è già nel mondo professionale ha già sicuramente un’eccellenza formativa, quello che mi preme evidenziare è il mondo formativo per le giovani generazioni di estetiste, è qui che abbiamo la necessità e il dovere di migliorare il loro livello di consapevolezza e di conoscenza, rivedendo sia i tempi che i moduli valutativi.

Quali sono i punti di attenzione che a tuo parere necessitano di essere evidenziati?

La professionalità necessita di preparazione. Una preparazione legata alla qualità determinata da docenti formati e competenti. Deve tener conto anche della quantità di tempo legata ai processi formativi che nelle esigenze dell’attuale momento deve portare ad un percorso che oltre al riconoscimento di qualifica possa riconoscere a questo specifico indirizzo, un diploma di scuola superiore. Un altro importantissimo punto da rivisitare è la modalità di accesso, oggi è legata a tutti quei percorsi di compensazione scolastica che crea una forma di assistenzialismo.

Io credo che la scelta di questa professione debba essere fatta per valutazione qualitativa e non per ‘parcheggio’. Non si può sicuramente modificare senza muovere delle pedine, le nostre pedine oggi sono i ragazzi e le ragazze che vogliono crescere per creare un futuro più consapevole e al passo con i tempi.