Presentati questa mattina gli aggiornamenti relativi al quarto Focus sull’impatto del Covid-19 sulle economie territoriali delle tre regioni nell’ambito dell’Osservatorio Economia e Territorio, curato dal Centro Studi Sintesi

Le CNA di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto utilizzano parole molto chiare: il Piano Italiano di Ripresa e Resilienza deve guardare innanzitutto alla micro e piccola impresa. Le tre regioni rappresentano tradizionalmente un volano importante per l’economia nazionale: nel complesso, questi territori generano il 41% del pil italiano e il 54% delle esportazioni.

Nel corso della presentazione che si è tenuta questa mattina le tre associazioni, con l’illustrazione del nuovo rapporto dell’Osservatorio Economia e Territorio, hanno voluto fare il punto sull’impatto della pandemia da Covid-19 nei rispettivi contesti economici regionali, anche attraverso un inedito confronto con le principali economie europee.

Secondo le stime del Centro Studi CNA nel settore manifatturiero, l’Italia, tra il 2015 e il 2019, ha registrato una crescita del valore aggiunto del 7,6%, ben superiore a quella di Germania e Francia che hanno imprese mediamente più grandi rispetto al nostro Paese.

Il problema dell’Italia, infatti, non sono i piccoli imprenditori ma l’ambiente che li circonda. Quello che deve cambiare sono le condizioni di un habitat nazionale poco favorevole all’iniziativa economica, sia essa micro, piccola, media o grande.

Il futuro economico e sociale del Paese dipende anche dalla capacità di investire sugli artigiani, sulle micro e piccole imprese, sui professionisti. Il nostro Paese deve rappresentare un ecosistema favorevole per l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali, in cui passaggio generazionale e trasmissione di impresa diventino prassi buone e diffuse, una Paese che sappia richiamare nuovi business, attrarre imprese e imprenditori innovativi, così come tutelare e sostenere i mestieri più tradizionali che hanno reso il Made in Italy un valore unico e distintivo.

Il Recovery Plan è un’occasione irripetibile ed irrinunciabile per accompagnare le micro e piccole imprese nella nuova economia post Covid, sia attraverso misure strutturali come la riduzione della pressione fiscale e la semplificazione degli adempimenti burocratici, sia facilitando l’accesso a nuovi strumenti di finanza d’impresa e per l’internazionalizzazione. Dovrà essere organizzata una epocale progettazione rispetto la transizione ecologica e la digitalizzazione delle imprese. E sarà altrettanto imprescindibile e strategico investire sui giovani e sulle donne, sulla trasmissione delle competenze e di sviluppare percorsi di formazione continua per dipendenti, imprenditori e professionisti.

«Tre regioni trainanti per la ripartenza economica del Paese dopo il Covid – commentano congiuntamente il Presidente CNA Emilia-Romagna Dario Costantini, il Presidente CNA Lombardia Daniele Parolo, il Presidente CNA Veneto Alessandro Conte – che hanno registrato fortissime perdite a causa della pandemia e che ora attendono l’applicazione del PNRR per dare un nuovo impulso alla ripresa. Impulso che può venire solo se, pur nel rispetto delle singole peculiarità dei nostri territori, si adotteranno strategie e obiettivi comuni per dare concreta ed efficace attuazione al PNRR. È quindi importante un coinvolgimento effettivo dei territori nella realizzazione degli investimenti a livello locale ed è fondamentale che vi sia coesione tra le regioni e le parti sociali nonché sinergie tra gli enti locali per il perseguimento degli obiettivi strategici».

Considerando il perimetro finanziario (235,1 miliardi di euro) del PNRR trasmesso dal Governo italiano alla Commissione Europea, la quota di risorse ipoteticamente da allocare in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto ammonterebbe, nell’interno periodo 2021-2026, a circa 65 miliardi di euro, pari al 27,6% del totale. È pertanto possibile stimare la quota di risorse teoricamente spettanti a Emilia-Romagna (14,6 miliardi), Lombardia (35,2 miliardi di euro), Veneto (15,1 miliardi). Gli Enti territoriali saranno responsabili della realizzazione di investimenti del valore di 87,4 miliardi di euro, pari al il 39% delle risorse del PNRR, ad avranno un ruolo particolarmente rilevante nelle missioni 5 (inclusione e coesione) e 6 (salute).

«È necessaria una governance nazionale – concludono i tre Presidenti CNA Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto –, ma auspichiamo un coinvolgimento fattivo delle Regioni in una forte relazione operativa con le parti sociali. Dobbiamo fare squadra per poter sviluppare i progetti comuni e risolvere le criticità che senz’altro si verificheranno nelle delicate e difficili fasi di attuazione del PNRR. Potenziando insieme le capacità delle imprese presenti sui nostri territori potremo senz’altro favorire il processo di integrazione nelle catene globali di valore, confermando la ripresa del PIL che per i primi sei mesi del 2021 può essere quantificata in un +5% rispetto alla perdita del -9% nel 2020».

La prima parte dello Studio si focalizza sul 2020, delineando il quadro definitivo dell’anno della pandemia con il relativo impatto sulle economie locali. La seconda parte, invece, è riferita all’anno in corso, determinato dalla ripartenza economica del Paese. Punto focale di questa parte dell’indagine è rappresentato da una analisi inedita che l’Osservatorio ha condotto sulle previsioni di crescita del PIL in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto ed il relativo confronto con le stime del PIL per le principali regioni economiche europee.

Le previsioni per il 2021 delineano un quadro positivo per tutte le principali regioni europee, ma le prospettive di crescita sono migliori per le regioni nelle quali la recessione del 2020 è stata più significativa (in particolare, nelle regioni italiane e spagnole). Emilia-Romagna e Veneto nel 2021 dovrebbero beneficiare di una crescita del +5,8%, mentre per la Lombardia si stima un PIL in rialzo del +5,2%. La comparazione con la Germania è interessante: i Lander tedeschi nel 2020 hanno fatto registrare flessioni più contenute rispetto alle altre regioni europee, ma nel 2021 la loro ripresa economica dovrebbe essere relativamente modesta (Baviera +3%; Renania Nord-Vestfalia +3,5%; Baden Württenberg +3,5%).

 

PNRR – ALL’ITALIA RISORSE PARI AL 13% DEL PIL

Tra i principali Paesi europei, l’Italia è ampiamente il primo beneficiario in termini di risorse messe a disposizione dal programma Next Generation Eu. Le risorse a valere ammontano a 191,5 miliardi di euro, 122,6 dei quali si configurano come prestiti.

Considerando i vari piani nazionali, l’Italia, con oltre 235 miliardi di euro, supera nettamente gli altri Paesi in termini di risorse complessivamente mobilitate. Per il nostro Paese tali risorse valgono il 13% del PIL, a fronte del 6% per la Spagna, del 4% per la Francia e dell’1% per la Germania.

 

2021 – TUTTI I NUMERI DELLA RIPARTENZA IN EMILIA-ROMAGNA

Tutti gli indicatori sono positivi e le prospettive per le tre regioni appaiono complessivamente migliori rispetto allo scenario nazionale. Il PIL per l’Emilia-Romagna, secondo gli indicatori individuati dal Centro Studi Sintesi, si atterebbe ad un +5,8%, con un recupero del 60% rispetto all’anno scorso.

Anche per quanto riguarda i CONSUMI, l’Emilia-Romagna con un +3,5%, si posiziona al di sopra del +3,3% della media nazionale.

L’indicatore degli INVESTIMENTI evidenzia un +18,1% a fronte della media nazionale del +15,2%. Le IMPRESE ATTIVE hanno registrato un +0,3%, mentre la tendenza dell’EXPORT appare particolarmente incoraggiante in ragione di una crescita del 6,1% nel primo trimestre del 2021 (export Italia +4,6%).