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Assegno unico più pesante, ma l’Isee va rinnovato

Assegno unico più pesante, ma l’Isee va rinnovato

Aumenta l’assegno unico, così come previsto dalla Legge di Bilancio. A decorrere da questo mese di gennaio, infatti, l’Assegno Unico e Universale sarà rivisto negli importi, in base all’indice dei prezzi al consumo Istat pari all’8,1%.  Va però rimandato l’Isee, in particolare per coloro che hanno subito una variazione nei figli a carico o nel reddito, rivolgendosi a un centro di assistenza fiscale come il Caf CNA.

 

Rinnovo automatico

Tutti coloro che hanno presentato la domanda fra gennaio 2022 – febbraio 2023 saranno esentati dal presentare una nuova domanda a partire da marzo, data in cui l’Assegno compie un anno di validità. Tutti, in ogni caso, devono presentare una nuova dichiarazione Dsu, ossia l’Isee, per ottenere l’importo dell’Au rivalutato secondo indice Istat e in base ai vari scaglioni di reddito. Se non si effettua l’invio dell’Isee l’Assegno Unico arriverà nell’importo minimo, ovvero circa 54 euro. Si tratta di una misura di semplificazione per le famiglie e anche per la stessa INPS che eviterà di processare milioni di domande.

 

Gli importi

Grazie alle rivalutazioni Istat per ciascun minorenne (figlio) a carico, e per ciascun maggiorenne con disabilità (sempre figlio a carico e senza limiti di età) è riconosciuto un assegno di:

Per i figli fino ad 1 anno di età tali importi sono maggiorati del 50% in base alla legge di Bilancio

Per ciascun figlio maggiorenne fino al compimento del 21° anno di età:

Maggiorazioni per nuclei numerosi a partire dal terzo figlio

maggiorazione di 85 euro con Isee fino a 15mila euro,

La maggiorazione verrà incrementata del 50% per figli da 1 a 3 anni
Maggiorazioni per figli con disabilità dall’anno 2023

Per ciascun figlio minorenne e maggiorenne fino al compimento di 21anni di età, con disabilità è prevista una maggiorazione, in base alla disabilità e all’Isee:

Aumento dell’indennità del congedo familiare

Nel quadro delle politiche familiari previsto dalla finanziaria, si segnale infine l’incremento dell’indennità di congedo parentale all’80% della retribuzione, rispetto al 30% finora vigente. Tale indennità può essere fruita dalla madre o dal padre, nel limite massimo di un mese, entro il sesto anno di vita del minore.

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