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Tassare il contante non favorisce i pagamenti elettronici

Tassare il contante non favorisce i pagamenti elettronici

Non è tassando i prelievi al bancomat che si favorisce la diffusione dei pagamenti elettronici.

L’utilizzo di banconote e monete rappresenta un onere improprio di circa 8 miliardi l’anno che grave su consumatori e imprese. Ma tassare il contante è una risposta rozza e impropria rispetto agli obiettivi di un sistema dei pagamenti più snello e meno costoso. Incentivare in modo efficace i sistemi di pagamento elettronico vuol dire promuovere misure decisive come l’abbattimento delle elevate commissioni sui pagamenti di piccola entità, l’accelerazione degli investimenti per la diffusione delle infrastrutture digitali e l’abbattimento dei costi per cittadini e imprese sulle carte prepagate ed i bancomat.

L’esperienza inoltre mostra che le tendenze e le abitudini dei mercati non possono essere modificate attraverso interventi normativi. Semplicità, sicurezza e convenienza sono gli argomenti che guidano i consumatori nella scelta di un sistema di pagamento rispetto ad un altro. E’ vero che l’Italia risulta agli ultimi posti nell’area euro per utilizzo dei pagamenti elettronici, tuttavia negli ultimi due anni registra tassi di incremento tra i maggiori in Europa e la distanza rispetto a paesi come la Germania e la stessa Francia non è così accentuata. La tendenza recente si spiega con due elementi. Il primo è stato il recepimento (in ritardo come spesso accade) della direttiva europea sui sistemi di pagamento che ha abbassato la franchigia per i pagamenti non autorizzati, ha eliminato il cosiddetto surcharge (un sovrapprezzo) sull’utilizzo di un determinato sistema di pagamento, ed ha abbassato le commissioni sui micro-pagamenti. L’altro elemento che ha fatto da traino alla crescita è stata l’innovazione introdotta con il contactless che favorisce l’avvicinamento dei consumatori ai pagamenti elettronici.

Un’altra spinta positiva è la possibilità di pagare i servizi della Pubblica Amministrazione con moneta elettronica grazie a PagoPA. Purtroppo non tutti gli enti pubblici hanno aderito nonostante siano trascorsi già tre anni dall’avvio della nuova modalità di pagamento.

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