Fuori dagli schermi Credito e assicurazione

Dal 23 dicembre scorso, è diventato obbligatorio avere l’assicurazione Rc Auto anche per i veicoli fermi. Questa nuova regola richiede che tutti i veicoli debbano essere assicurati, anche se sono parcheggiati in spazi privati e non vengono utilizzati.

La norma, però, risulta essere poco chiara e con diverse contraddizioni, producendo oneri eccessivi per i consumatori e incertezze per il settore del commercio auto.

Quali sono i mezzi per cui l’assicurazione diventa comunque obbligatoria, a prescindere dal fatto che circolino o meno?

Secondo la nuova disciplina, tale obbligo è previsto per:

  • ogni autoveicolo che si muove sul suolo e che può essere azionato da una forza meccanica, senza essere vincolato ad una strada ferrata (in sostanza, qualsiasi veicolo che circola sul suolo senza binari): è necessario che il veicolo abbia una velocità massima superiore a 25 chilometri orari o, in alternativa, un peso superiore a 25 chili e una velocità massima superiore a 14 chilometri orari;
  • i rimorchi, anche se non agganciati a una motrice;
  • i veicoli elettrici leggeri individuati con apposito decreto entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione.

L’obbligo assicurativo, pertanto, si applicherebbe a tutti i veicoli, indipendentemente dall’area pubblica o privata su cui sono utilizzati, che siano essi fermi o in movimento e non è più legato al concetto di circolazione, bensì suo utilizzo come mezzo di trasporto a prescindere dalle sue caratteristiche, dal terreno su cui è utilizzato e dal fatto che sia esso fermo o in movimento.

Le nuove regole si applicherebbero, quindi, oltre che alle auto dei privati, anche, per esempio, ai veicoli che sono oggetto di vendita ferme presso le concessionarie.

Cosa chiede CNA

CNA è contraria ad un’estensione tout court dell’obbligo che comprenderebbe anche le concessionarie soggette a regole ben precise come ad esempio quelle sul mini passaggio (C.D. Legge Dini) e conseguente sospensione del bollo. Per questi motivi CNA, insieme ad altre associazioni di settore, si è mossa in primis per ottenere una proroga della norma e ha chiesto i dovuti chiarimenti al Ministero.  Tali chiarimenti consentirebbero anche, eventualmente, l’ideazione di un sistema di coperture assicurative adatto alle esigenze dei vari attori coinvolti.