CNA Emilia Romagna sede

Si sono svolti lunedì 9 novembre gli “Stati Generali della rappresentanza – Costruiamo insieme la CNA del futuro”.

Con una modalità completamente online CNA Emilia Romagna ha messo attorno ad un tavolo virtuale 150 imprenditori artigiani che hanno lavorato, insieme ai direttori e segretari territoriali e ai funzionari dell’Associazione, ad un manifesto per la futura CNA immaginando le trasformazioni necessarie e proponendo azioni concrete per vincere le sfide che tutti insieme dovremo affrontare. All’iniziativa, insieme al Presidente di CNA Emilia Romagna Dario Costantini e al direttore regionale Fabio Bezzi, sono intervenuti il segretario generale di CNA Sergio Silvestrini e il direttore della divisione Organizzazione e Sviluppo del Sistema, Armando Prunecchi.

 

Lo scenario e la trasformazione necessaria

Ad introdurre i lavori, il Presidente regionale Dario Costantini che, dopo il benvenuti e i saluti di apertura ha fornito ai presenti una anticipazione dei risultati di una recentissima indagine di CNA Emilia Romagna commissionata al Centro Studi Sintesi con lo scopo di monitorare l’impatto del Covid-19 sull’economia dei nostri territori: “i dati a nostra disposizione prevedono una flessione del PIL regionale per il 2020 del 9,2%, in recupero rispetto la stima dello scorso mese di agosto quando la flessione prevista era del 10,9% mentre a livello nazionale è prevista una flessione del 9% netto. Il rimbalzo previsto per il 2021 è importante, 6% a livello nazionale e 6,5% in Emilia-Romagna, tuttavia evidentemente non sufficiente per tornare ai livelli pre-Covid. Una nota moderatamente positiva ci arriva dalle imprese attive: in regione, dopo il sensibile calo dello 0,8% registrato nel primo trimestre dell’anno, abbiamo avuto un recupero dello 0,4% nel secondo trimestre e di un ulteriore 0,2% nel terzo. Se da una parte, nel periodo marzo-settembre il numero di nuove imprese si è ridotto di oltre 4.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2019, contestualmente si registra una contrazione delle cessazioni (-3.561). Tra i segni più negativi degli effetti del Covid-19 in Emilia-Romagna vi è senza dubbio il calo dei consumi che si attesta all’8,9%, un decremento degli investimenti del 13,2%, una flessione dell’export del 14,2% e un aumento della C.I.G. di oltre il 215% rispetto allo stesso periodo del 2019”.

“Questa indagine – precisa Costantini – non considera l’incertezza derivante dal quarto trimestre di quest’anno: il Ministro Gualtieri ha tuttavia affermato che le stime per il 2020 non variano, l’Italia “tiene” confermando la flessione del 9%”.

Il Presidente Costantini ha poi richiamato il lungo percorso di trasformazione che ha coinvolto CNA a partire dalle azioni intraprese per fronteggiare il lungo periodo legato alla crisi economica e finanziaria del 2008 fino ad arrivare ai più recenti piani strategici con cui CNA ha introdotto importanti novità dal forte impatto organizzativo quali l’avvio di un percorso di verticalizzazione che coinvolge tutti i livelli associativi e che in Emilia-Romagna è iniziato il 25 settembre 2017 con l’istituzione dei “portavoce di mestiere”  in una prima delibera sui mestieri nel corso di una Presidenza regionale: “ritengo sia risultato evidente quanto l’aver messo al servizio del Sistema regionale una sommatoria di competenze derivanti anche dall’esperienza dei 51 colleghi portavoce abbia potuto incidere positivamente sulla qualità della nostra rappresentanza. Con i mutamenti che stiamo vivendo e le prospettive di ulteriore sofferenza economica che ci attendono, non ci possiamo più permettere di rimandare ulteriormente le trasformazioni necessarie alla nostra rappresentanza. Ci troveremo più pronti ad affrontare le sfide del presente, attraverso una diversa verticalizzazione, più puntuale e specialistica, dedicata ai nostri imprenditori”.

Il Presidente Costantini, nell’augurare buon lavoro a tutti ha quindi passato la parola al direttore della divisione Organizzazione e Sviluppo del Sistema, Armando Prunecchi.

 

Le modifiche statutarie: un altro passo avanti verso la semplificazione

Il sistema CNA, nel suo complesso, in questi anni è stato oggetto di profonde e condivise scelte, modifiche e cambiamenti. “Il lavoro da fare è ancora tanto – interviene il direttore Armando Prunecchi – e miglioramenti, integrazioni e nuovi sviluppi saranno l’importante compito che il futuro gruppo dirigente affronterà dal prossimo anno. Ma ora è il momento giusto per semplificare alcuni processi, rimuovendo gli aspetti formali. Per poter valorizzare i mestieri dobbiamo pensare ad un sistema che ne sappia esaltare le possibilità, la flessibilità di approccio, di offerta, di rappresentanza. Oggi sono definiti 45 mestieri a livello nazionale, dobbiamo pensare loro come un ecosistema e non 45 individualità riunite sotto uno stesso marchio”.

“La trasformazione dei mestieri – continua Prunecchi – era stata introdotta dalle 61+1 tesi adottate nei piani strategici del 2014-2017 e 2018-2021, in particolare modo con la tesi 61 e la tesi 62. Ma oltre che per valorizzare i mestieri le modifiche statutarie a cui stiamo pensando hanno l’obiettivo di semplificare le nostre procedure, rafforzare e sviluppare il sistema, consolidare la relazione con i nostri associati ma anche, e soprattutto, avvicinare i potenziali nuovi associati”.

Successivamente, il direttore Prunecchi procede ad una puntuale e dettagliata illustrazione delle novità e delle linee di intervento sullo statuto di CNA nazionale, per poi passare la parole al direttore di CNA Emilia Romagna Fabio Bezzi.

 

Costruire insieme la CNA del futuro: il metodo di lavoro

Il direttore regionale Fabio Bezzi ha quindi illustrato il metodo di lavoro e la suddivisione di tutti i presenti in 19 gruppi, mostrando una scheda per agevolare le riflessioni collettive che riporta sei macro domande, alcune delle quali che mirano a sondare il sentiment degli imprenditori dirigenti in questo complicato periodo conseguente alla pandemia, altre alla raccolta di utili e concrete indicazioni per la costruzione di una CNA ancora più pronta nel cogliere le sfide del prossimo futuro. Oltre a questo, a tutti i presenti è stata richiesta di esprimere la propria opinione rispetto le modifiche statutarie previste e gli eventuali commenti, in modo da poter dare un primo immediato riscontro a CNA nazionale.

In conclusione della sua illustrazione il direttore Bezzi ha ricordato che l’elaborazione e la sintesi puntuale con le proposte emerse dai gruppi di lavoro sarà consegnata a CNA nazionale e a tutti i partecipanti nell’arco di una decina di giorni. Il direttore Bezzi ha infine ricordato ai componenti l’Assemblea regionale che prima dell’intervento conclusivo del segretario generale Sergio Silvestrini si sarebbe tenuta l’assemblea per l’approvazione del bilancio con l’illustrazione dei dati da parte del responsabile amministrativo Paolo Carrà.

 

Si passi dalla fase di ristoro alla fase di rilancio

A conclusione dell’evento sono arrivati i ringraziamenti del segretario generale CNA Sergio Silvestrini: “sono orgogliosissimo di come le imprese si sono comportate in questi mesi difficili, per intelligenza, caparbietà, sistematicità. E’ ormai opinione universale che i contagi non nascano nelle imprese, che hanno dimostrato di essere all’altezza della sfida. Possiamo dirlo con orgoglio e soddisfazione. Siamo davanti a scelte importanti, paradigmatiche per l’Italia, l’Europa e il mondo. La pandemia è stata come una livella, nelle politiche e negli interventi. Del resto le nostre misure sono state convergenti con quelle degli altri paesi”.

“Il mondo cambia, non sempre così positivamente, a volte assistiamo a un’involuzione, ma noi dobbiamo avere sempre atteggiamento proattivo, realistico, una qualche forma di ottimismo che deve essere la cifra degli imprenditori. Sicuramente la cifra di CNA” ha aggiunto Silvestrini. Nella sua analisi sulla fase economica che sta attraversando il Paese, Silvestrini invita poi a non banalizzare la fase complessa che stiamo vivendo. “Uscivamo dalla crisi del 2008. Oggi facciamo i conti con una crisi sempre globale, ma di altra natura, inopinata, inaspettata e devastante. Per la salute, per il lavoro, l’industria e l’economia”. L’equilibrio delicato si gioca sul confronto tra due diritti riconosciuti dalla nostra costituzione: il diritto alla salute e il diritto al lavoro.

“Trovare un equilibrio tra questi diritti è una sfida enorme. Siamo portati a vivere in uno stato di sospensione. Il 2021 non andrà meglio del 2020: molti la pensano così. Un eccessivo realismo negativo, ma comprensibile. Ma se si scoprisse un vaccino entro dicembre o gennaio, e si riuscisse a distribuirlo nel giro di qualche mese a larga parte della popolazione, allora il 2021 sarà l’anno dell’inversione di tendenza. Pur con tanti problemi di natura strutturale, che la pandemia non ha risolto, ma anzi aggravato. Ma la propensione a investimenti e consumi prevarrà. Basta guardare a come le borse hanno reagito all’annuncio dei passi avanti fatti dalla ricerca del vaccino. Dovrebbe e potrebbe esserci questo atteggiamento positivo, pur avendo ben presente i dati sul calo del Pil, degli investimenti”.

Non è facile infondere ottimismo perché il nostro Paese paga il prezzo di antichi limiti strutturali, che da 25 anni lo tengono fermo. E se si invertirà positivamente il ciclo? “Impiegheremo 5 anni per tornare ai livelli di reddito del 2008. Questo vuol dire che veniamo da anni di crescita ‘zero’. Di fronte a questo stato di cose, lo Stato trasmette insicurezza, invece di dare certezze. Basta guardare al rapporto tra Stato e regioni: difficile capire l’ordinamento, come funzionino le gerarchie. Chi sia il decisore. E’ paradossale, e questo non aiuta il paese. Ed è il segno che gli errori fatti nel passato, oggi li paghiamo tutti”.

Le note positive non mancano. “Viviamo una situazione drammatica, dove però l’Europa torna a fare l’Europa” ha detto Silvestrini che, conti alla mano ricorda che lo sforzo fatto dal Recovery Fund, escluso il Mes, è di gran lungo superiore alle risorse del piano Marshall: questo ci dà la dimensione di quello che sarà possibile fare. Sempre che la classe dirigente ne sarà all’altezza”. L’invito a Governo e Parlamento italiano è di non fallire questo obiettivo. L’alternativa a suo giudizio “sarebbe l’inevitabile decadenza. Non possiamo perdere questa sfida. Dobbiamo dare il nostro contributo per andare nella direzione dell’innovazione. Ciò che va innovato è il mondo della politica”.

Di fronte a un nuovo mondo le vecchie chiavi interpretative sono morte. “Siamo avviliti dalla pandemia, ma dobbiamo avere la capacità di alzare il senso della sfida, sapendo che non va più bene l’inerzia, l’atteggiamento meramente evolutivo. Va bene mantenere gli asset straordinari che abbiamo, ma è necessario creare le condizioni per innervarli di novità. E’ nostro diritto e nostro dovere” ha concluso Silvestrini.