NextLab2023 Bologna

Non è facile mettersi in discussione, soprattutto quando questo comporta fatica, energia e risorse. Eppure, a volte, è necessario. Ed è quello che sta succedendo con il tema della sostenibilità.

“Quando entrerà in vigore la direttiva europea che prevede che sia la filiera produttiva nell’insieme a essere sostenibile dimostrare la propria sostenibilità sarà imprescindibile. Il momento di cambiare è oggi, domani è troppo tardi”, ha detto Lorenzo Semplici esperto di innovazione sociale e responsabilità sociale condivisa di NExT – Nuova Economia per Tutti.

E proprio la relazione tra innovazione e la sostenibilità è stata al centro del secondo NextLab2023, Innovare per essere sostenibili, curato da CNA Giovani Emilia-Romagna e Bologna. Un format che rientra nel progetto NextWay, nato durante la pandemia, e che ha il fine di coinvolgere le nuove generazioni di imprenditori e imprenditrici per rigenerare il mondo dell’impresa abbracciando i pilastri dello sviluppo del Paese: innovazione, transizione digitale e green, valorizzazione dei talenti.

A seguire 120 imprenditori e imprenditrici hanno fatto networking grazie al format “Eat to meet“: al variare di ogni pietanza ogni partecipante ha cambiato il tavolo e quindi commensali, aumentando la possibilità di conoscere nuovi possibili clienti, fornitori, supporter o partner. Un modo di incontrarsi e “fare business” informale, divertente e che ha avuto grande successo tra le imprese.

Presenti anche il Presidente CNA Bologna Antonio Gramuglia, la Presidente Giovani Imprenditori CNA Bologna Martina Stanzani, il Presidente Area Sovracomunale CNA Bologna Andrea Balboni, la Responsabile CNA Giovani Imprenditori Emilia-Romagna Elisa Muratori, la Coordinatrice di EIIS European Institute of Innovation for Sustainability Martina Cova, l’amministratore delegato di Due Emme Pack Massimiliano Marchesini, in veste di moderatore Francesco Costanzini di Business Fight Club.

Eat to meet
Eat to meet

L’importanza di una filiera sostenibile

“Il concetto di sostenibilità, quando lo decliniamo come strategia aziendale, è riconducibile a un concetto di sviluppo che dura nel tempo: la sostenibilità è da intendere quindi come una strategia che aiuta le imprese a continuare a essere competitive sul mercato”, chiarisce l’economista Cova .

“In modo più ampio si declina in tre dimensioni: sostenibilità economica, ambientale e sociale. I consumatori ora fanno attenzione a tutto questo e l’obiettivo delle aziende deve essere quello di genare valore positivo, trovando un equilibrio tra richieste di mercato e guadagno. L’innovazione, intesa come strategia per durare sul mercato, è lo strumento che ci consente di arrivare a questo risultato”.

Perché è necessario pensare a una filiera sostenibile e non a una singola impresa? Perché vanno considerate tutte le interazioni per capire l’impatto sul pianeta. Non è sufficiente che ci sia un cambiamento solo del singolo: è l’intero sistema economico che deve cambiare a partire proprio dalla filiera produttiva e di approvvigionamenti, anche grazie allo sviluppo di una legislazione di indirizzo e tutela.

La sostenibilità è un’innovazione generativa e quindi pensare in un’ottica di sostenibilità significa fare innovazione e per essere attuata serve un percorso di transizione, teso anche a imparare anche il linguaggio della sostenibilità.

Lorenzo Semplici a NextLab2023
Lorenzo Semplici a NextLab2023

Ma come si attua un percorso di transizione? La prima strada è dall’alto: è la normativa che impone di diventare sostenibili, il rischio è che sia un approccio formale e burocratico. La seconda possibilità è una spinta che viene dal basso attraverso imprenditori illuminati. Questo però può generare una “sostenibilità a macchia di leopardo” e viene meno l’elemento di un’innovazione trasversale e su larga scala.

Il terzo approccio unisce queste due spinte: “La sostenibilità è promossa sia dalla normativa che da imprenditori sensibili. Così nasce il tema della filiera sostenibile ed è proprio in questa direzione che va la normativa europea attraverso la proposta di direttiva sulla due diligence che pone al centro la responsabilità del capo filiera degli impatti economici e sociali delle aziende fornitrici”, spiega Semplici di NeXT Economia.

La Commissione Europea, infatti, ha pubblicato il 23 febbraio 2022 una proposta di direttiva che prevede un obbligo di due diligence in materia di sostenibilità attraverso sei fasi:

  • sviluppare una strategia in chiave sostenibile
  • mappare le fasi della catena di fornitura (flussi e relazioni) focalizzandosi sulle aree in cui vi sono i rischi maggiori attuali e potenziali di impatti negativi su persone, ambiente e di governance
  • definire le modalità per coinvolgere attivamente i fornitori
  • attuare una gestione sostenibile della catena di fornitura coinvolgendo tutte le funzioni interne e creando sinergie e collaborazioni esterne
  • raccogliere e misurare dati e risultati rispetto agli obiettivi assegnati internamente/esternamente verso i fornitori e rispetto agli obiettivi di performance
  • rendere pubblici e condivisi i risultati rispetto agli obiettivi

In questo quadro si inseriscono anche le Pmi che saranno necessariamente coinvolte dalla trasformazione richiesta alle grandi aziende: sarà richiesto loro un bilancio di sostenibilità e chi non sarà sostenibile rimarrà fuori dalla filiera produttiva. Il tempo del cambiamento è quindi ora, o il rischio è quello di scomparire per sempre dal mercato.

Le interviste

La fotogallery