“Siamo fieri ed orgogliosi come CNA di fare da intermediari tra la Banca d’Italia e il mondo degli artigiani e della micro e piccola impresa. La connessione tra queste due dimensioni rappresenta un elemento di grande importanza culturale, prima ancora che economico e politico.”

Inizia con queste parole il saluto del Presidente di CNA Emilia-Romagna Paolo Cavini questa mattina all’apertura dell’iniziativa formativa ideata dalla Banca d’Italia con la collaborazione di CNA e Confartigianato: un vero e proprio progetto di educazione finanziaria pensato “su misura” di artigiani e piccoli imprenditori.

La formazione è uno degli investimenti più di valore che un’organizzazione può attuare per evitare il calo delle competenze dei propri dipendenti e la perdita della propria competitività. In questo senso, il capitale umano è legato positivamente alla crescita economica attraverso un aumento della produttività.

“Questo percorso – continua Cavini – assume ulteriore importanza nella complessità dell’attuale fase storica in cui l’innalzamento dei prezzi, di materie prime ed energia, acuisce una ferita aperta e mai rimarginata a seguito della pandemia: quella della liquidità. Ci troviamo oggi di fronte ad un bisogno sempre crescente di una relazione positiva con il sistema bancario per il preservare lo stato di salute delle imprese, la loro sostenibilità e la loro capacità di restare sul mercato e per garantire le basi solide necessarie ad effettuare gli investimenti per lo sviluppo; investimenti che si connetteranno alle opportunità previste dal PNRR e alle misure che la nuova Programmazione dei Fondi Strutturali Europei metterà a disposizione delle imprese nelle diverse regioni. Il nostro mondo è una risorsa importante per il Paese: rappresentiamo una parte fondamentale del tessuto produttivo italiano – una parte che viene spesso retoricamente chiamata “la spinta dorsale del Paese” che è fatta di imprese, di artigiani, di professionisti che hanno sempre saputo essere esempio di inventiva, di saper fare e di resilienza. Ma queste imprese e questi imprenditori, così importanti per il benessere economico e sociale delle nostre comunità, sono da salvaguardare con grande attenzione. Gli ultimi quindici anni hanno portato grande sofferenza, prima con la crisi economica e finanziaria, successivamente con la pandemia e le sue conseguenze di lungo termine, oggi con la guerra alle porte dell’Europa”.

“Mentre la fase critica della pandemia è finalmente alle spalle (grazie ai vaccini, ma anche grazie all’incessante lavoro degli artigiani e degli imprenditori che anche nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria non hanno mai smesso di lavorare e garantire i servizi essenziali al Paese), ora confidiamo tutti che questa atroce guerra possa in qualche modo chiudersi in fretta: purtroppo non sta a noi poter decidere come o quando, ma ciò che facciamo con decisione ogni giorno è il tifo per la pace. Una pace di cui il nostro mondo ha bisogno perché abitiamo un pianeta complesso e iperconnesso: alla sofferenza di una qualsiasi regione del mondo, non importa quanto vicina o lontana, corrisponde una miriade di riflessi che si ripercuotono su tutti i sistemi economici. Lo vediamo oggi con la guerra, lo abbiamo visto – e continuiamo a vederlo – con le conseguenze dell’emergenza sanitaria. Non ci possiamo più permettere di perdere capacità imprenditoriale, come effetto collaterale di questi catastrofi. E l’educazione finanziaria, in questo contesto, è uno strumento importante di “resistenza” che consentirà alle imprese di vincere la sfida più importante: quella per il proprio futuro” ha concluso Cavini.