“L’ennesimo intervento di modifica del Superbonus è stato adottato senza un preventivo confronto con le Associazioni del settore, riducendo ulteriormente le deroghe alle opzioni per sconto e cessione dei crediti collegati ai bonus edilizi e accentuando le difficoltà operative di migliaia di imprese e committenti”.

Lo hanno sottolineato i rappresentanti di CNA, Confartigianato e Casartigiani, nel corso di un’audizione svoltasi oggi davanti alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato.

Nonostante le comprensibili esigenze di tenere sotto controllo i conti pubblici, le tre Confederazioni mettono in evidenza che il provvedimento incide pesantemente, sia nel metodo sia nel merito, su accordi contrattuali già conclusi che ora vengono vanificati con effetti retroattivi penalizzanti.

CNA, Confartigianato e Casartigiani auspicano pertanto l’adozione di una serie di interventi da parte del Parlamento per riportare equilibrio in alcune situazioni meritevoli di tutela e per salvaguardare i diritti di cittadini e imprenditori. Un esempio su tutti è la diversità di trattamento riservata ai territori colpiti da eventi calamitosi proprio come nel caso del sisma dell’Emilia-Romagna: infatti il decreto-legge del 29 marzo 2024 n. 39 ha eliminato la cessione del credito e lo sconto in fattura alle residue casistiche di interventi che ancora potevano utilizzare l’opzione.

Nello specifico, sconto in fattura e cessione del credito in luogo delle detrazioni erano ancora utilizzabili per gli interventi di ricostruzione post sismica, per quegli edifici danneggiati e resi inagibili nei comuni per i quali fosse stato dichiarato lo stato d’emergenza a far data dal 1° Aprile 2009. Per questi interventi, infatti, il Legislatore ha previsto la possibilità, per gli importi eccedenti il contributo per la ricostruzione, di continuare a beneficiare del Superbonus con aliquota piena al 110% fino al 31 dicembre 2025.

Nella prima bozza di decreto, circolata dopo il Consiglio dei Ministri del 26 marzo, il comma contenente questa deroga per le aree sisma era stato completamente abrogato.

La versione definitiva pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrata in vigore lo scorso 30 marzo, ha ribaltato la previsione, specificando (art. 1, comma 1, lett. b) che la soppressione dello sconto in fattura e della cessione del credito non agisce per gli interventi realizzati su immobili danneggiati da eventi sismici verificatisi il 6 aprile 2009 e da quelli accaduti a partire dal 24 agosto 2016 nei comuni dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. L’agevolazione, in questo caso, viene mantenuta fino a esaurimento dei fondi disponibili pari a 400 milioni di euro per l’anno 2024, dei quali, 70 milioni per gli eventi sismici verificatisi il 6 aprile 2009.

Il testo definitivo del decreto, pertanto, elimina chirurgicamente dalle deroghe il sisma dell’Emilia, non per la determinazione di un limite temporale, in quanto è appunto incluso il terremoto dell’Aquila del 2009 precedente a quello emiliano del 2012.

Secondo la nota della Regione Emilia-Romagna: “la mancata deroga al dl Superbonus andrebbe a penalizzare un numero di cantieri pari al 5% del totale, già autorizzati e finanziati dalla struttura commissariale, ma che sono ancora aperti a causa di diverse ragioni, a partire dal caro materiali che ne ha rallentato il completamento. Si tratta in totale di un volume di denaro che peserebbe sulle casse dello Stato per non più di 50-60 milioni”.

L’esclusione del sisma dell’Emilia dalle deroghe sancite dal decreto è un grave atto di penalizzazione da parte del Governo che non ha né un fondamento temporale né una reale motivazione di risparmio economico, considerate anche le previsioni della Regione.

È necessario che in fase di conversione in legge il decreto sia emendato per ovviare a questa mancanza e per permettere al nostro territorio di sfruttare un’importante chance per concludere la stagione della ricostruzione post sisma.

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